Venerdì 22 luglio verrà inaugurata presso la Sala Zanardelli del complesso del Vittoriano la mostra dal titolo “Lucio Dalla, immagini e suoni”, per la cura scientifica di Ernesto Assante. La mostra, la prima mai dedicata a Dalla, vuole offrire un vero e proprio percorso narrativo monografico. La caratterizzano, fino a renderla unica, gli scatti di grandi fotografi come Giovanni Canitano, Guido Harari, Fabio Lovino, Carlo Massarini, Fausto Ristori e Luciano Viti, una colonna sonora ad hoc, innervata dai più grandi successi dell’artista e la proiezione di “Senza Lucio”, il film documentario di Mario Sesti, grande successo di pubblico e critica che ricostruisce la vita del cantautore attraverso le parole degli amici più stretti tra i quali Marco Alemanno, Renzo Arbore, Charles Aznavour, Paolo Nutini, John Turturro e le immagini della natura verso cui Dalla correva in cerca di meraviglia e ispirazione: il mare delle Tremiti, Sorrento, la Puglia e l’Etna.
Le immagini fotografiche esposte nella mostra circoscrivono un momento definito della carriera di Dalla, che da “Banana Republic” del 1979 si spinge alla morte, avvenuta nel marzo del 2012. Alle foto dei concerti, che sarebbero “silenziose” e ferme – l’esatto contrario delle fantasiose e fantastiche esibizioni dal vivo di Dalla – il curatore ha preferito quelle che ritraggono l’artista in una dimensione più privata, ironica e personale. Questo genere di scatti contribuisce a fornire un ritratto a tutto tondo dell’universo Dalla: un universo fatto di successo popolare e di riconoscimenti pubblici non meno che di profondità, spiritualità, sofferenza, amicizia e collaborazione, attenzione e passione.
“La suggestiva cornice del Complesso del Vittoriano, uno dei monumenti simbolo dell’identità nazionale, ospita sempre più iniziative che arricchiscono l’offerta culturale della Città e ci restituiscono, in filigrana, un racconto diverso, originale, dell’Italia e degli italiani” – dichiara il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini. “La musica è un pezzo importante di questa identità, ed è la ragione per cui assume un valore particolare l’accostamento tra un luogo così denso di significati e la figura di Lucio Dalla. Le sue canzoni hanno accompagnato come una colonna sonora la vita di generazioni di italiani e continueranno a farlo. Quell’intreccio unico di parole e note fanno parte di noi, sono vive, emozionano, suscitano pensieri, sogni, sentimenti. Sfogliando questo catalogo, ritroviamo i sorrisi, le smorfie, i ricordi di quest’uomo di grande generosità e umanità, la cui immagine, irsuto e autoironico, con gli occhialetti tondi e lo zucchetto di lana, è entrata nell’immaginario collettivo non meno della sua arte. Ecco perché le foto della mostra ci consegnano, insieme al ritratto intimo e personale di un artista poliedrico, qualcosa che ci appartiene, un frammento della nostra memoria condivisa. Svelano un legame profondo, affiora una sensazione, la stessa di quando si girano le pagine di un album di famiglia”, conclude il Ministro.
“La mostra vuole provare a offrire un ritratto vivo e pulsante di Lucio Dalla – dichiara Ernesto Assante – uno dei molti possibili di un artista poliedrico e multiforme come lui. Un ritratto necessario perché Dalla, fin dal suo esordio, ha legato la sua espressività come autore e come interprete anche alla sua fisicità, al modo di proporsi al pubblico, all’abbigliamento, ai gesti. L’immagine di Dalla, dunque, è parte del suo essere artista”.
“Aprire il Vittoriano a una mostra su Lucio Dalla, a qualche anno dalla sua scomparsa – spiega la direttrice del Polo Museale del Lazio Edith Gabrielli – ha un valore preciso. La manifestazione rende omaggio a un autore capace di interpretare l’anima e la storia di un paese, il nostro, in costante movimento; di intrecciare le culture regionali cantando in mille diversi dialetti, fino a unire il nord e il sud, il dentro e il fuori dell’Italia in una sola trama di concetti e di sentimenti. Di un artista del genere, di un artista in grado cioè di unire e di integrare, il Paese ha bisogno sempre e ancor più dopo i fatti di Nizza”.
Il Vittoriano, costruito dagli anni Ottanta del XIX secolo dall’architetto Giuseppe Sacconi in onore di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, fu concepito come il luogo simbolo dell’identità nazionale degli Italiani. Per molti anni, tuttavia, l’edificio è stato sostanzialmente incompreso, in bilico fra eccessi di retorica o, sul piano diametralmente opposto, definizioni spregiative in realtà qualificabili criticamente al rango di boutades o ‘pasquinate’. Dopo la sua riapertura, avvenuta nel 2000, il Vittoriano ha ora il diritto e il dovere di tornare a far parte della memoria collettiva degli Italiani di oggi, inclusi naturalmente i ‘nuovi Italiani’. La nuova dimensione si esprime naturalmente attraverso la progettazione culturale. Dal marzo 2015, allorché il monumento è passato in gestione al Polo Museale del Lazio, è stata perciò avviata una programmazione interdisciplinare, che si basa fra l’altro sul superamento di ogni distinzione gerarchica fra cultura “alta” e cultura “bassa”. Di qui fra l’altro la rassegna estiva gratuita dal titolo “Vittoriano, appuntamenti d’arte e musica”: la rassegna, che si tiene fra il 1 luglio e il 30 settembre presso la Terrazza della Caffetteria, include concerti di musica jazz e incontri con i protagonisti dell’arte contemporanea e nella quale rientra pienamente anche la mostra su Lucio Dalla.
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