Claudio Morganti
Claudio Morganti

Riconsiderare questione sede unica PE. Chiesti più controlli su pagamenti stipendi


Strasburgo, 18 aprile 2013. «Finalmente tutti gli Stati membri saranno costretti ad assumersi la responsabilità di riconsiderare l’annosa questione della sede unica del Parlamento europeo, alla luce dei costi eccessivi che paghiamo per i tre luoghi di lavoro di questa istituzione». L’eurodeputato toscano indipendente ELD Claudio Morganti si è detto «pienamente soddisfatto» del risultato ottenuto a Strasburgo.

La plenaria dell’Europarlamento, infatti, votando il discarico del bilancio 2011 e le previsioni per il bilancio 2014, ha approvato in entrambe le occasioni, la prima con 370 voti a favore, la seconda con 415, un suo emendamento che “esorta gli Stati membri a riconsiderare la questione relativa alla sede del Parlamento e ai suoi luoghi di lavoro, nel quadro della prossima revisione del trattato, modificando il protocollo”, viste le “spese aggiuntive” che comportano le tre sedi dell’Assemblea.

Morganti ha ricordato, inoltre, che lo stesso Parlamento, in una risoluzione del 2012, aveva invitato l’autorità di bilancio a sollevare la questione in occasione dei negoziati sul prossimo Quadro finanziario pluriennale 2014-2020.

«Questo emendamento, solo poco tempo fa – ha specificato l’eurodeputato ELD – era stato bocciato in commissione Bilancio, ma non mi sono dato per vinto e ho deciso di ripresentarlo».

«Strasburgo – ha sottolineato Morganti – ci costa oltre duecento milioni di euro l’anno, per non parlare, poi, della compravendita e dell’affitto di vari immobili tra Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo, per cui si spendono cifre da capogiro, che non sono più sostenibili dai contribuenti europei e che si eliminerebbero se ci fosse una sola sede».

«La plenaria si è dimostrata responsabile anche nei confronti di un altro mio emendamento che, a seguito di pagamenti in eccesso degli stipendi del personale del Parlamento, dovuto a informazioni non aggiornate a disposizione di quest’ultimo, incoraggia un inasprimento dei controlli per evitare altri errori in futuro».

«Sulla Casa della Storia europea – ha concluso Morganti – sono invece rimasto deluso perché è stata respinta la mia proposta di creare un partenariato tra il Parlamento e le società private, per contribuire alle sue spese, così da gravare meno su questa istituzione, nonostante ritenga che tale progetto, visto il momento di crisi, andrebbe rinviato se non del tutto abbandonato».

Per il vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli (PPE/PdL), “ancora una volta i deputati europei hanno votato per l’eliminazione della doppia sede dell’Europarlamento, evidenziando i notevoli risparmi che potrebbero essere ottenuti con una sede unica. Forse è arrivato il momento che anche il Consiglio ne prenda finalmente atto”.

 

 


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