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NODe raccontano il nuovo album ‘Human Machine’. L’intervista integrale


A novembre esce ‘Human Machine’, il nuovo lavoro dei NODe. Il disco nasce dopo un anno dall’uscita del precedente ‘Tragic Technology Inc.’ come ipotetica continuazione dell’indagine sugli aspetti dell’esistenza umana ma a differenza del precedente le tematiche sono incentrate sul disagio esistenziale, sulle domande ricorrenti dell’umanità, cercando di dare una libera e personale interpretazione dei ‘perché’.

Abbiamo intervistato i NODe per saperne di più e andare alla scoperta di ‘Human Machine’.

Ciao Ragazzi e benvenuti su Radio Web italia! I NODe nascono nel febbraio del 2011. Cosa inizia da allora?
Dal 2011 è cominciata una scommessa, un lavoro in continua evoluzione, qualcosa per cercare di suoperare la stanchezza artistica che sta colpendo un po tutti, noi cerchiamo di fare dischi e di farli bene, cercando di dare qualcosa di valido a questo panorama, speriamo che i risultati si vedano, anche se il nostro paese sta attraversando un lungo periodo di miopia…

A novembre esce il vostro secondo LP ‘Human Machine’ distribuito dalla MyPlace Records. Cosa è cambiato rispetto a ‘Tragic Technology Inc.’?
“Human Machine” è un disco molto più semplice ma allo stesso tempo infinitamente più sottile da comprendere, nasce da un profondo tumulto interiore e cerca di dare risposte a domande difficili, sulla natura umana.
Musicalmente usa un linguaggio meno di genere e più aperto ad un pubblico di ogni provenienza.

Collaborano al disco, per la prima volta nella vostra produzione, alcune figure femminili. Potete dirci qualcosa di più in proposito e raccontarci come è nata la collaborazione con Gaia Fusco e Simona Coppola?
L’esigenza di affidare i messaggi contenuti nelle canzoni a voci femminili, oltre quella maschile, nasce dalla natura stessa del disco, dal titolo. L’essenza umana comprende la visione maschile e quella femminile ed era obbligatorio utilizzare la professionalità e la bravura di due cantanti che stimiamo molto per veicolare questi messaggi, con la dolcezza e la grinta che la voce di un uomo non può ottenere.
Abbiamo voluto dare un punto di vista, o meglio di ascolto, diverso da quello a cui eravamo abituati.

‘Soulsucker’ è il primo singolo estratto dal nuovo album. Cosa volete comunicare all’ascoltatore con questo brano?
Soulsucker è una spiegazione di un proprio modo di vedere la vita, forse un po’ pessimistico, anche se potremmo dire realistico.
Il percorso della vita è molto spesso solitario, quindi, piuttosto che cercare di approfittare del prossimo per fini egoistici, non sarebbe meglio cercare di condividere alcuni passi di questa breve strada?
Il concetto viene espresso in contrasto con i toni aggressivi e potenti della musica, come avviene in quasi tutto il disco, in cui il contenuto dei testi viene mascherato o stemperato dalla composizione musicale.

Un nome con il quale vi piacerebbe confrontarvi in futuro?
Potrà sembrare presuntuoso ma non sentiamo l’esigenza di confrontarci con artisti contemporanei o non più viventi, facciamo ciò che vogliamo e nel modo in cui vogliamo, senza troppi riferimenti artistici, o forse con tutti i riferimenti artistici esistenti, quindi…
Ci sono molti autori che stimiamo e se, ipoteticamente, potessimo e volessimo confrontarci, alcuni tra questi sarebbero di sicuro David Bowie, Frank Black (Pixies), David Byrne… insomma, puntiamo in alto, ma perchè non dovremmo?

A quale album potete dire di essere più affezionati?
Sembrerà ruffiano ma di sicuro a quest’ultimo, Tragic Technology Inc. è stato un album fondamentale per noi, qualcosa che forse abbiamo sottovalutato noi stessi, ma Human Machine si lega ad una spiritualità molto più profonda ed è nato direttamente da qualcosa di itneriore, di profondamente sentito, da amore, paura, gioia, tristezza.
E’ un disco molto interiore, forse duro ad un primo approccio ma con una dolcezza di fondo disarmante.

Come valutate la situazione della scena musicale della vostra città e italiana in generale? Quali sono le realtà che trovate maggiormente interessanti in questi ambiti? Quali invece le problematiche principali?
La realtà musicale italiana e mondiale è dicotomica, si presentano proposte di qualità elevatissima che però si perdono in un mare di mediocrità, di proposte costruite a tavolino, che non presentano nulla di innovativo o che faccia segnare una tacca in più nel progresso della musica e dell’arte. In tutto questo mare c’è la possibilità innegabile di poter diffondere il proprio prodotto come mai è stato possibile in precedenza, tutto sta a capire i mezzi che oggi abbiamo a disposizione.
Ci ritroviamo in un’epoca di rivoluzioni, forse la più importante rivoluzione dopo quella industriale, i tempi si restringono inesorabilmente, l’attenzione sul prodotto pure, bisogna cambiare modo di vedere ed ascoltare l’arte.
Dobbiamo affrancarci dall’idea della “super star” a cui ci avevano fatto credere, trovare un modo dinamico di produrre ed essere presenti.
Quando un mezzo di diffusione comincia a funzionare per le masse è l’inizio del suo declino, perchè le informazioni si accumulano indiscriminatamente e diventa impossibile filtrarle.
Sembra una divagazione troppo filosofica e sociologica, quindi l’unica cosa che ci sentiamo di dire è: fate ciò che vi piace e fatelo in modo onesto.
Noi ci stiamo provando.

Concludendo, i vostri prossimi impegni?
Tra gli impegni futuri sicuramente ci sarà un prossimo disco, magari stavolta sulla natura animale, giusto per affrontare tutte le tematiche (scherziamo, ma forse no…), prima di allora stiamo lavorando alla promozione di questo disco, creando media per la diffusione attraverso tutte le piattaforme possibili, nonchè la diffusione che crediamo abbia maggior importana per comunicare all’anima delle persone, ossia suonando dal vivo.
Potrete trovare ogni contenuto e le nostre prossime date sul nostro sito ufficiale: www.notordinarydead.com

Grazie ai NODe per essere stati nostri ospiti!
Grazie a voi per le possibilità che offrite a noi ed a tutti quelli che non riescono a far sentire la propria arte come vorrebbero!

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