Snow in Damascus!
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Snow in Damascus!: l’intervista per il nuovo disco ‘Dylar’


In occasione dell’uscita del nuovo disco dal titolo ‘Dylar’ abbiamo raggiunto gli Snow in Damascus! per un’intervista dove ci raccontano il loro nuovo progetto discografico e tante altre curiosità solo per Radio Web Italia!

Ciao Ragazzi e benvenuti su Radio Web Italia! Come e quando nasce il progetto ‘Snow in Damascus!’?
Ciao! Snow In Damascus! nasce nel 2011 quando Matteo e Davide cominciano a lavorare ad alcune bozze di canzoni scritte da Gianluca.

Come si è evoluto durante gli anni?
Nei successivi 3 anni abbiamo lentamente portato avanti la scrittura e la registrazione di quei pezzi coinvolgendo nel percorso diversi musicisti: Andrea Ottaviani (chitarre), Giorgia Fanelli (voce), Michele Mandrelli (synth e voce) e Ciro Fiorucci (batteria), oltre ai già citati Gianluca Franchi (voce, chitarra), Davide Besi (batteria) e Matteo Bianchini (basso, fiati). Alla fine, quando ci siamo ritrovati a dover portare il disco su un palco, si è consolidata una formazione di cinque elementi che è ora un vero e proprio gruppo e che sta portando avanti il percorso di Snow In Damascus!. Quello che era successo nel frattempo è stato l’incontro con la Stoutmusic, etichetta fiorentina che ha accolto entusiasticamente il disco e ha deciso di investire nella pubblicazione.

Adesso eccoci qui con ‘Dylar’, il vostro primo album. Prima di tutto come nasce la scelta del titolo?
Il titolo è tratto da un libro, “Rumore Bianco” di Don DeLillo. Dylar in quel romanzo è il nome di un misterioso farmaco che avrebbe la capacità di cancellare la paura della morte. Questo libro ha incrociato in più fasi il percorso di scrittura del disco, e ritenevamo che Dylar (nome che è, a detta dello stesso scrittore, l’unione delle parole “ridere” e “morire”) riuscisse a condensare in una sola parola un sentimento comune ai nove brani del disco.

Parlando sempre del disco: quale messaggio volete comunicare con questo album?
Non credo che abbiamo mai pensato di comunicare messaggi, ci siamo piuttosto posti delle domande, che forse non sono solo nostre, sulla sensazione di vivere come invasi e saturati da un flusso continuo di stimoli e informazioni, e su cosa riesce ancora a scalfire questo rumore per portarsi in comunicazione con noi: la soglia è veramente diventata così alta da essere superata solo dall’enormità di eventi disastrosi, che sembrano essere diventati l’unico modo di sperimentare una qualche forma di empatia fra le persone?

‘Dylar’ raccoglie 9 brani: c’è un brano (o più brani) a cui siete particolarmente affezionati e per quale motivo?
Ognuno di noi ha un legame con qualche brano in particolare, è difficile metterci d’accordo su questo. Diciamo però “Tide”, forse perché è stato uno dei brani più immediati da far nascere sia durante le registrazioni che al momento di suonarlo dal vivo, e questo ci ha permesso di lasciarci andare al piacere di suonarlo insieme piuttosto che preoccuparci di come doverlo arrangiare o “rendere” dal vivo. E poi è stato uno dei primi brani registrati, il primo brano pubblicato in anteprima…gli vogliamo bene, insomma.

Un nome con il quale vi piacerebbe confrontarvi in futuro?
Beh, nel mondo dei sogni musicali proporremmo volentieri di scrivere un brano insieme a Conor O’Brien dei Villagers o DM Stith, che per motivi diversi sono artisti che “sentiamo” molto. In Italia sarebbe fantastico poter avere l’occasione di incontrarsi, artisticamente parlando, con Teho Teardo.

Come vivete il rapporto con la tecnologia, ormai imperante sia nel modo di ‘fare’ musica sia nel ‘promuoverla’?
Per un gruppo che si dice faccia “folktronica” l’utilizzo della tecnologia è ovviamente parte integrante a livello puramente creativo: nel nostro caso è un aspetto fondamentale anche per gestire il fatto che siamo distribuiti in tre regioni differenti e non abbiamo la possibilità di vederci così spesso come vorremmo.
Per quanto riguarda la promozione, pensare che la presenza sul web o avere il disco in streaming ti permettano “automaticamente” che più persone ascoltino la tua musica è forse un’ingenuità. Piuttosto, è vero che i principi della promozione “dal basso”, quella basata sull’idea di conquistare ascolto e attenzione persona per persona, sono agevolati dalle varie piattaforme social. In ogni caso, di sicuroil pensiero che di tanto in tanto ci siano dei perfetti sconosciuti ad ascoltarti dall’altra parte del mondo è una bella sensazione.

Ultima domanda prima di salutarci. Quali saranno i vostri prossimi impegni?
Abbiamo alcune date nelle prossime settimane, al Sitio di Assisi il 23 Maggio, alla Darsena di Castiglione del Lago il 6 Giugno e a Altotevere Senza Frontiere a Città di Castello il 17 Luglio, le ultime due date in apertura dei concerti di Paolo Benvegnù.

Siamo arrivati a fine intervista. Grazie agli Snow in Damascus! per essere stati ospiti su Radio Web Italia.

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