Stalker è una creatura che si nutre delle influenze più disparate, un caleidoscopio sonico che affonda le radici nella scena punk-hardcore meneghina in cui militavano i due fondatori – Fede “Vesu” Valsecchi e Fabrizio “Bicio” Grenghi erano l’anima dei Corrosione – per poi allargare lo spettro di genere ad esplosioni pop e inserti di elettronica contemporanea.
Il loro debut album si intitola “Hai più di un’ombra”. I brani contenuti sono stati scritti da Vesu e Bicio a partire dal 2008 e si sono evoluti nel corso degli anni anche in conseguenza dei vari cambi di line-up, che oggi conta tra le sue fila Antonio “Tato” Vastola (ex Fratelli Calafuria) dietro ai tamburi, Simone Pavan alla chitarra e Francesco “Rama” Ramaccioni al basso.
In occasione dell’uscita del nuovo disco degli Stalker, abbiamo avuto il piacere di incontrare e scambiare quattro chiacchiere con loro. Volete sapere qualcosa di più sul loro debut album “Hai più di un’ombra”? Allora, non vi resta che leggere la nostra intervista. Buona lettura!
Benvenuti sulle pagine di Radio Web Italia. Iniziamo un pò dal principio: come ha avuto inizio il progetto degli Stalker?
Tato (batteria): Ciao a tutti Radio Web Italia, non ricordo molto bene l’anno anche perché io faccio parte della band da tre anni, ma l’idea iniziale e il nucleo fondamentale sono Fede (voce) e Bicio (chitarra e cori) che ebbero la voglia di formare Stalker circa sei anni fa… Diciamo che lo Stoner e un po’ anche il Punk furono la vera scintilla che diede inizio a tutto!
Il 18 marzo è uscito “Hai più di un’ombra”, il vostro album d’esordio. Quali sono gli ingredienti di questo disco?
Tato: Come Fede dice con disinvoltura “Abbiamo cercato di trovare una formula musicale che potesse essere accessibile non solo a chi apprezza il rock e i generi alternativi, ma anche a un ascoltatore comune abituato all’airplay italiano.
Insomma abbiamo provato a infilare un po’ della nostra sottile anima pop dentro un genere di nicchia”.
Cosa vi ha spinto a scegliere questo titolo?
Tato: Volevamo che il disco avesse più sfumature possibili che si ricollegassero alle brutte sensazioni che può dare lo stalkeraggio. In questo senso “avere più di un’ombra”, se l’altra ombra non è la tua, è abbastanza inquietante.
Quali sono stati i momenti di maggior soddisfazione durante le sessioni di registrazione?
Tato: Mah, è sempre bello essere in studio, per chi suona è un po’ come essere a Disneyland, ma forse i momenti migliori sono quando tutto inizia a prendere forma e a volte quello che in saletta non convinceva in studio si trasforma nella classica bomba sonora.
Quali sono le cose di cui andate fieri di questo album?
Tato: Personalmente sono fiero che sia un prodotto con un capo e una coda, sono fiero del fatto che nonostante le difficoltà che si possono trovare oggi nell’ambiente musicale il disco sia confezionato ed esista e infine che piaccia a più persone di quelle che potessi immaginare.
Due aggettivi per descrivere il vostro disco?
Tato: Stoner Urbano.
Cosa ne pensate della scena musicale attuale? Cosa salvereste e cosa cambiereste?
Tato: la mia risposta sarebbe troppo lunga e non credo di riuscire ad articolarla correttamente, ma se una sera mi trovi ubriaco in una birreria ti asciugo per 3 ore su questa domanda.
Quando potremo ascoltare dal vivo le canzoni del nuovo album?
Tato: Abbiamo già avuto parecchi live, da qui in poi sui social metteremo sempre le date future, comunque la risposta è “già ora noi siamo pronti e più ci sono live e più noi suoneremo il nostro disco”.
Grazie per essere stati nostri ospiti!
Grazie a voi
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